Una
recente stima realizzata dall'Associazione Bruno Trentin,
dall'Istituto Techne e dal Centro Europa Ricerche valuta che
l'evasione fiscale nel nostro Paese ammonta ad una cifra compresa tra
i 250 ed i 290 miliardi di Euro l'anno. Tale somma corregge al rialzo
quanto calcolato dall'Istat.
I
proventi del malaffare della criminalità organizzata (e non) si
aggirerebbe sui 70-80 miliardi (20 per usura, 21 per droga e il
rimanente per prostituzione e gioco illegale). L'economia cosiddetta
informale (dal baratto alle vendite ed ai servizi scambiati ad
esempio in ambito familiare) produce un sommerso (non contabilizzato)
di 20-25 miliardi di Euro circa. La grossa parte rimanente
rappresenta il vero ostacolo per ogni politica economica italiana ed
in essa si ritrovano il lavoro nero ma anche gli evasori totali e i
fondi che le aziende (anche e soprattutto quelle più grandi)
nascondono al Fisco. Nel Belpaese sembra sia difficilissimo finire
dietro le sbarre se si è derubato lo Stato. E' proprio curioso il
fatto che in Italia, Paese strangolato dal debito pubblico e dalle
scellerate politiche dell'Unione Europea, si discuta su di una Legge
che prevederebbe una soglia sotto la quale il reato di sottrazione
indebita all'Erario non è considerato reato e i condannati a
tutt'oggi rinchiusi nelle patrie galere siano qualche centinaio
contro i quasi 10 mila degli omologhi tedeschi. La proporzione si
capovolge quando si analizzano gli stipendi dei top manager pubblici
e privati. Gli italiani percepiscono molto più di tutti gli altri
colleghi europei anche se cominciano ad essere pubblicati diversi
studi che sembrerebbero affermare il contrario. La crisi qualche
traccia deve pur averla lasciata. Certo è che se l'Erario vuole
tornare ad avere i conti in ordine deve necessariamente prendere
denaro da chi ne ha perché a Pantalone è rimasto proprio solo il
paio che indossa. E in alcuni casi neppure più quello...
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