martedì 13 ottobre 2015

Il colpevole



Ammettiamolo, siamo insoddisfatti. Questa pervicace sensazione nasce dalle aspettative irrealizzate nel nostro quotidiano e quelle che costantemente siamo costretti dalla società a rivedere al ribasso. Ad ingigantire la conseguente frustrazione sono le notizie che i mezzi di informazione ci sciorinano continuamente: il clochard che ha vinto al superenalotto, lo studente che diventa milionario grazie ad una sua scoperta o invenzione, il tizio che diventa ricco con un video postato su youtube in cui si butta seminudo su di un cactus, il bambino di soli 7 anni che è al centro di un'asta di mercato tra le grandi società di calcio del mondo. Potevamo essere noi in quel piccolo numero di “eletti”. I mezzi d'informazione, però, non ci illustrano solo queste belle (?) ma rare possibilità. Essi ci ricordano che c'è una crisi, miseria, suicidi, disoccupazione, ingiustizia, guerre, fame e morti ovunque. Voglio raccontarvi una storia che scrissi solo poche settimane fa ma che sembra ancora attualissima. Narrava le vicende di una città storica, ricca di cultura e operosità, in cui la Crisi si era fatta sentire in maniera devastante, le scelte politiche non sempre oculate e lungimiranti, la decadenza inevitabile conseguenza della difesa ad oltranza dei poteri forti. Da diverso tempo il suo Primo Cittadino è fatto bersaglio di un attacco mediatico senza precedenti quasi che tutte le colpe della stagnazione attuale, delle buche nelle strade, della criminalità, della corruzione, sia riconducibile ad un solo uomo anziché ad interi apparati dirigenziali suddivisi nei vari settori. Il Segretario di un Partito di maggioranza (quello che conta più consiglieri) e che ha anche altri incarichi istituzionalmente più alti sembrerebbe orientato a dettare un avvicendamento nello scranno più alto della città. Tutto ciò ricorda molto una normale diatriba calcistica: quando i risultati non arrivano si deve cambiare l'allenatore perché trasformare la squadra costerebbe troppo e ammettere gli errori della Società sarebbe mero masochismo. Vi ho raccontato questa storia perché credo, immodestamente, che molti tra voi lettori saranno cascati nell'equivoco sul cui piano io, volutamente, ho voluto portarvi: parlavo di Pinerolo e del suo Sindaco Buttiero e non di Roma e di Marino. Cambiando l'ordine dei fattori, dice la matematica, il prodotto non cambia. Noi staremo a guardare?