Ammettiamolo,
siamo insoddisfatti. Questa pervicace sensazione nasce dalle
aspettative irrealizzate nel nostro quotidiano e quelle che
costantemente siamo costretti dalla società a rivedere al ribasso.
Ad ingigantire la conseguente frustrazione sono le notizie che i
mezzi di informazione ci sciorinano continuamente: il clochard che ha
vinto al superenalotto, lo studente che diventa milionario grazie ad
una sua scoperta o invenzione, il tizio che diventa ricco con un
video postato su youtube in cui si butta seminudo su di un cactus, il
bambino di soli 7 anni che è al centro di un'asta di mercato tra le
grandi società di calcio del mondo. Potevamo essere noi in quel
piccolo numero di “eletti”. I mezzi d'informazione, però, non ci
illustrano solo queste belle (?) ma rare possibilità. Essi ci
ricordano che c'è una crisi, miseria, suicidi, disoccupazione,
ingiustizia, guerre, fame e morti ovunque. Voglio raccontarvi una
storia che scrissi solo poche settimane fa ma che sembra ancora
attualissima. Narrava le vicende di una città storica, ricca di
cultura e operosità, in cui la Crisi si era fatta sentire in maniera
devastante, le scelte politiche non sempre oculate e lungimiranti, la
decadenza inevitabile conseguenza della difesa ad oltranza dei poteri
forti. Da diverso tempo il suo Primo Cittadino è fatto bersaglio di
un attacco mediatico senza precedenti quasi che tutte le colpe della
stagnazione attuale, delle buche nelle strade, della criminalità,
della corruzione, sia riconducibile ad un solo uomo anziché ad
interi apparati dirigenziali suddivisi nei vari settori. Il
Segretario di un Partito di maggioranza (quello che conta più
consiglieri) e che ha anche altri incarichi istituzionalmente più
alti sembrerebbe orientato a dettare un avvicendamento nello scranno
più alto della città. Tutto ciò ricorda molto una normale diatriba
calcistica: quando i risultati non arrivano si deve cambiare
l'allenatore perché trasformare la squadra costerebbe troppo e
ammettere gli errori della Società sarebbe mero masochismo. Vi ho
raccontato questa storia perché credo, immodestamente, che molti tra
voi lettori saranno cascati nell'equivoco sul cui piano io,
volutamente, ho voluto portarvi: parlavo di Pinerolo e del suo
Sindaco Buttiero e non di Roma e di Marino. Cambiando l'ordine dei
fattori, dice la matematica, il prodotto non cambia. Noi staremo a
guardare?